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Ordini: a febbraio il progetto del Governo

Maria Carla De Cesari, Il Sole 24 Ore, 03/12/2003

Sulla riforma delle professioni Governo e Parlamento procedono a velocità diverse. Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ha annunciato ieri che il Governo farà la sua proposta a febbraio. Ma già da oggi la commissione Giustizia del Senato discuterà il testo unificato sulle professioni intellettuali. "Non si può non tenere conto delle normative Ue che impongono meno vincoli. Gli Ordini - ha sottolineato Castelli all'inaugurazione del l'anno accademico al Politecnico di Milano - vanno adeguati. Inoltre, occorre tenere conto dell'articolo 117 della Costituzione che riconduce le professioni alla legislazione concorrente Stato-Regioni. Tutto questo non è facile ma ci stiamo lavorando". Dunque, il ministro non ha fatto suo - automaticamente - il progetto di riforma elaborato dalla commissione presieduta dal sottosegretario Michele Vietti e condiviso dalle componenti del mondo ordinistico. Intanto, oggi in commissione Giustizia del Senato, Pasqualino Lorenzo Federici (Fi) e Mario Cavallaro (Margherita) terranno una relazione sullo stato dell'arte. "Come d'accordo con il ministro - spiega il presidente Antonino Caruso (An) - ho fissato il tema all'ordine del giorno appena consentito dal regolamento. Ora definiremo il termine per gli emendamenti, così da permettere al Governo di formulare gli emendamenti. Forse Castelli, parlando di febbraio, ha indicato un termine prudenziale". Federici e Cavallaro hanno rielaborato il testo-base, che dovrà delineare i principi delle professioni, rinviando la definizione puntuale ai decreti legislativi e ai singoli ordinamenti. Sarà quella la sede anche per mettere ordine tra le esclusive: "Gli Ordini - commenta Cavallaro - devono puntare sulla qualità delle riserve. Non ha senso utilizzare la legge per rivendicare prerogative in monopolio, come la consulenza legale. Né è possibile che la riforma diventi l'occasione per espandere le aree protette: difendere o chiedere la riserva sui passaggi di proprietà delle auto non ha senso, visto che l'attività non è espressione di capacità particolarmente elevate". Dunque, Cavallaro pensa a riserve ben circoscritte, ma "pregnanti", collegate all'interesse pubblico e all'esistenza di forti asimmetrie informative. In questo il testo del Senato lascia intravedere conseguenze lontane da quelle delineate dal progetto Vietti. Che, oltre a riconoscere le attività riservate, protegge anche le attività caratterizzanti svolte dagli iscritti agli Ordini. È vero che spesso le professioni non riconosciute si sono sviluppate in aree contigue (e talvolta sovrapposte) a quelle degli Ordini. Ma rispetto alle riserve - precisa Cavallaro - il riconoscimento delle Associazioni non può diventare il modo per aggirare gli Albi.



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