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Qualifiche UE giā al restyling

Ginevra Sotirovic, Italia Oggi, 15/03/2004

Il Consiglio europeo prepara le modifiche alla direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali e gli avvocati chiedono di restarne fuori. Gli interventi riguarderanno, tra l'altro, la possibilitā di esercitare la professione in modo parziale e la formazione in franchising. Due elementi che secondo il gruppo italiano di lavoro sembrano stridere con l'impianto dell'intera normativa. E dello stesso parere sono anche il il parlamentare del Ppe, Stefano Zappalā, che č stato relatore in parlamento della proposta di direttiva, e gran parte degli ordini e dei collegi professionali che ieri si sono incontrati a Roma, per fare il punto sulle iniziative da prendere in vista della ripresa dell'iter della direttiva che ha ricevuto il parere favorevole di Strasburgo l'11 febbraio scorso. ´Bisogna coordinare interventi e iniziative per assicurare alla direttiva un esito positivo', dice Zappalā, invitando i professionisti a riunirsi nuovamente in un comitato, aperto oltre al Cup e all'Adepp (l'associazione delle casse di previdenza), anche ai sindacati e alle associazioni di settore. Una possibilitā della quale i professionisti, comunque, discuteranno nelle prossime settimane. Intanto il deputato Ppe ha annunciato che prima dell'inizio della seconda lettura della direttiva intende incontrare anche il ministro dell'istruzione e dell'universitā, Letizia Moratti, e il guardasigilli, Roberto Castelli, per coordinare una strategia comune che trovi riscontro oltre che nelle aule europee, anche in quelle italiane. E dello stesso parere č anche la presidente del gruppo italiano di lavoro a Bruxelles, Armanda Bianchi Conti, che ai professionisti ha anticipato le modifiche che il Consiglio dovrebbe apportare al testo licenziato dal parlamento. Innanzitutto, sarā rivista in termini restrittivi la norma che consente l'esercizio parziale di una professione e che vede fortemente contraria la delegazione italiana. Desta dubbi anche l'emendamento sulla formazione in franchising che compare anche nel consideranda numero 11 e che č ben lontano dal modello italiana di formazione e aggiornamento professionale. Da chiarire resta poi il ruolo degli avvocati. Secondo il relatore, la direttiva deve valere anche per i legali per tutto ciō che concerne i criteri generali sul valore dei titoli e della formazione. Mentre per quanto riguarda la prestazione di servizi e la libertā di stabilimento fanno fede le direttive di settore che l'attuale normativa lascia inalterate. Ma il presidente del consiglio nazionale forense, Remo Danovi, non č dello stesso parere. ´La nuova normativa č sicuramente frutto di uno sforzo encomiabile nel volere accorpare tutte le direttive esistenti in materia di professioni, ma tre quelle soppresse non ci sono le direttive avvocati e per questa ragione č da ritenersi senza alcun dubbio che questi non sono in essa ricompresi', ha ribattuto Danovi. Zappalā, comunque, non č d'accordo e della questione probabilmente se ne dovrā occupare anche in ambito europeo. Nessun problema, invece, per le otto professioni (tra le quali i medici, gli architetti e gli psicoterapeuti) che hanno ottenuto una sezione ad hoc interna alla direttiva stessa. Soddisfatto il presidente del Cup, l'architetto Raffaele Sirica, che definisce ´eccellente' il lavoro di Zappalā, plaude anche alle ipotesi di modifica sulle quali sta lavorando la Bianchi Conti e rilancia il manifesto delle professioni che sarā presentato tra aprile e maggio a Napoli per essere sottoscritto dai candidati alle prossime elezioni europee.



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