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Albi coordinati su basi regionali

Italia Oggi, 27/04/2004

Ordini modello regionale e pieno riconoscimento delle associazioni non regolamentate che hanno requisiti di affidabilità e di rappresentatività sul mercato.

Sta per partire, infatti, la commissione regionale per gli ordini e le associazioni professionali. Sarà uno strumento di raccordo tra il mondo professionale e le norme e le disposizioni tecniche che la regione esercita sulla base delle competenze che gli sono state trasferite dall'articolo 117 della Costituzione. Con in più anche una funzione consultiva nell'ambito della conferenza dei servizi per il riconoscimento delle associazioni professionali. Non solo. Gli ordini e collegi saranno articolati in coordinamenti regionali, dotati di piena autonomia organizzativa e finanziaria. Le novità, senza precedenti per il contesto normativo nel quale si muovono, sono contenute nella legge che la regione Toscana si appresta a varare nella prossima riunione di giunta in programma il 3 maggio e che già ieri è stata presentata in occasione di un incontro, voluto dall'assessore Carla Guidi, e al quale sono stati invitati tutti i rappresentanti degli ordini e delle associazioni locali. Si tratta di un provvedimento che lascerà il segno dal momento che costituisce un precedente importante per il potere legislativo delle regioni.

Non a caso il progetto di legge sarà presto analizzato dalla Conferenza dei presidenti delle regioni che potrebbe assumerlo a modello normativo visto che si spinge molto più in là di quanto fatto timidamente oltre un anno fa dalla Calabria e poi più recentemente e con maggiore successo da parte del Friuli Venezia Giulia e della Lombardia. Per la prima volta, infatti, le regioni non si limitano a istituire punti di raccordo e di confronto tra ordini e associazioni (le cosiddette Consulte), ma intervengono sull'organizzazione territoriale delle professioni ordinistiche. L'articolo 2 del provvedimento, infatti, prevede la costituzione di coordinamenti regionali. ´In una prima bozza si era parlato espressamente di Federazioni regionali', si legge nella relazione di accompagnamento, ´tale termine è stato mutato per sottolineare l'iniziativa dal basso da parte di ordini e collegi, e al fine di evitare, nei limiti del possibile, interferenza con quelle definizioni di ordini che già prevedono federazioni regionali'. In effetti, i consigli locali non sembrano preoccupati più del dovuto di questo raccordo territoriale. E nessuna preclusione di sorta, stando a quanto risulta all'assessore Guidi, sembra esserci anche nei confronti della commissione regionale tra ordini e associazioni. Questa è composta da tutti i rappresentanti degli ordini e da nove esponenti delle associazioni.

Il provvedimento chiarisce anche quali associazioni potranno trovare posto all'interno della commissione. E cioè quelle aventi sede in Toscana, operanti a livello regionale e che abbiano ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica. Ma anche ´le sedi regionali di associazioni nazionali riconosciute che prevedono nel proprio statuto articolazioni organizzative e funzionali decentrate a livello regionale'



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