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Due giovani liberi professionisti all'incontro dell'ENPAP a Bologna

di Chiara Ratto, Giampaolo Ragusa, pubblicato il 05/09/2008, fonte Simposio, Anno 4, Numero 2, Settembre 2008

tag: enpap, cassa previdenza, psicologi

Sabato 10 maggio a Bologna, presso l'Hotel Royal Carlton, si è tenuto uno degli incontri sulle tematiche previdenziali che l'ENPAP da tempo realizza su tutto il territorio nazionale, al fine di illustrare le sue attuali assunzioni di responsabilità e di poter ricevere, anche da parte degli iscritti, eventuali suggerimenti che possano in qualche modo sostenerlo nel migliorare ulteriormente la propria attività gestionale.

A quest'occasione, pur essendo due liberi professionisti ancora 'in erba' e soprattutto due 'neofiti' in materia di politica professionale, abbiamo voluto partecipare, per la prima volta, personalmente, proprio perché interessati ad approfondire la nostra conoscenza sulle dinamiche riguardanti l'Ente, ma anche molto incuriositi dal fatto di poter finalmente 'toccare con mano' questa realtà e di poter assistere 'dal vivo' ad un dibattito che avrebbe visto coinvolte quelle figure dirigenziali, delle quali conoscevamo i nomi, ma i cui volti fino ad allora, ci erano del tutto nuovi e sconosciuti.

Da mesi infatti partecipiamo, più o meno attivamente, ad un gruppo di lavoro su tematiche riguardanti l'ENPAP di AP e ciò ha senz'altro contribuito ad alimentare in noi il desiderio di ricevere ulteriori informazioni e chiarimenti in tema di previdenza, sui quali ci eravamo accorti di non essere riusciti a pronunciarci in maniera esplicita all'interno della rete e questo, potremmo dire, per le più svariate ragioni.

Malgrado infatti tale gruppo fosse stato molto ben realizzato e strutturato per permettere, anche ai non addetti ai lavori, di avere una maggiore consapevolezza di certi meccanismi riguardanti la cassa, ci eravamo resi conto di nutrire ancora qualche esitazione nell'effettuare degli interventi personali, forse a causa della paura del confronto su temi ancora, per certi versi, non del tutto chiari, ma anche a volte per i toni accesi che spesso caratterizzavano questo gruppo di discussione e che a volte potevano incutere un certo 'timore reverenziale' nel potervi prendere parte in maniera attiva.

Premettiamo che, anche in questo caso e nonostante la nostra buona volontà, purtroppo le circostanze 'ambientali' non ci sono apparse, da subito, del tutto favorevoli. Infatti, a causa di un guasto tecnico al treno, siamo stati costretti a raggiungere il luogo del convegno con un'ora abbondante di ritardo e, purtroppo quindi, a riunione già avviata.

I contenuti di questo incontro, al quale partecipavano come relatori, oltre al Presidente Demetrio Houlis, alcuni componenti del CdA e del CIG, ci sono sembrati comunque immediatamente molto interessanti e per certi versi 'illuminanti' dal punto di vista informativo e conoscitivo, tanto che ci sentiremmo di definire quest'iniziativa come una delle più importanti e fondamentali per una consapevolezza collettiva riguardante il futuro della nostra professione e questo, in particolare, per due motivi.

Il primo potrebbe essere rappresentato dal fatto che l'evento, in questo caso, si sia giovato di commenti più approfonditi rispetto ai dati politico-economici pubblicati sul sito dell'Ente o sul Notiziario. Il secondo e che noi riterremmo ancora più importante, è che questo incontro ci ha senz'altro mostrato, in maniera più evidente, quali e quanto complesse dinamiche leghino, all'interno dell'ENPAP, gli elettori agli eletti, due organi di potere strettamente intrecciati, ma allo stesso tempo abbastanza scollegati tra loro.

Nel corso del dibattito, si è infatti dimostrato senza dubbio palese l'interesse comune da parte di entrambi nel costruire qualcosa che potesse andare a vantaggio dell'assistenza e di una pensione di vecchiaia decorosa, ma è anche apparso in modo molto chiaro come sia altresì necessario colmare il 'gap tra il tecnico ed il laico' affinché tutti possano parlare la stessa lingua, per cui come anche l'Ente, in questo caso, dovrebbe sforzarsi di raggiungere gli iscritti nella loro totalità, cercando di spiegare come la questione della previdenza li riguardi da vicino e a qualsiasi età.

Ci sembra infatti esista una co-responsabilità tra Ente ed iscritti, sul divario tra presenti all'incontro (una cinquantina) ed il numero degli iscritti nel Nord Italia (migliaia tra psicologi e psicoterapeuti). Forse una così bassa adesione potrebbe in qualche modo essere dovuta da una parte, ad un certo disinteresse da parte degli iscritti, ma dall'altra, anche ad una disinformazione da parte dell'Ente, per via della scarsa pubblicità data all'evento. Diventerebbe allora indispensabile favorire un maggiore coinvolgimento dei giovani appartenenti alla nostra categoria professionale, divulgando una corretta informazione che vada al di là dei dati di bilancio e che non abbracci solamente quindi questioni macroeconomiche, ma anche soggettive.

Nell'incontro di sabato, è emerso inoltre chiaramente come non potrebbe solo essere una gestione diversa degli investimenti a trasformare radicalmente la pensione e l'assistenza per gli psicologi, mentre sarebbero invece necessarie delle strategie più ampie e a diversi livelli, tra le quali quella più immediata potrebbe riguardare l'aumento del reddito dei colleghi, che in tal modo potrebbero versare automaticamente di più sul loro montante pensionistico. Per realizzare ciò, bisognerebbe comunque investire, anche economicamente, sulla professione, aiutarne lo sviluppo, ampliarne i campi di applicazione, favorire l'associazionismo tra colleghi ecc.

Durante il dibattito, si è poi parlato, anche in toni molto caldi ed appassionati, di cambiare la legislazione che attualmente regolamenta il nostro sistema pensionistico. Un'iniziativa che sarebbe senz'altro molto interessante e forse anche perseguibile, ma che dovrebbe tuttavia prendere in considerazione molti altri fattori, tra i quali anche il fatto che una sola categoria professionale possieda purtroppo ad oggi un peso politico assai limitato e corra quindi il rischio di non ricevere la giusta attenzione da parte dell'intero sistema politico nazionale. La giusta soluzione potrebbe allora essere quella di compiere prima alcuni passi intermedi, tra i quali un lavoro di associazione intercategoriale, costruendo un consenso e coinvolgendo quindi le altre casse nate con il Dlgs 103/96 con problematiche e regole di funzionamento simili alla nostra.

In conclusione, sembra che molto lavoro sia già stato fatto per rendere l'ENPAP un'entità di riferimento non solo dal punto di vista previdenziale, ma anche sul piano assistenziale. È chiaro però anche come, al presente, ci siano ancora nuove possibilità da poter realizzare, in termini di ampliamento e di personalizzazione dell'assistenza, di promozione della professione, di miglioramento della comunicazione con gli iscritti e soprattutto di accrescimento delle attività intercategoriali per un aumento del peso politico della nostra categoria.

A tutto ciò noi riteniamo che molti giovani psicologi, provenienti dal mondo della libera professione, potrebbero dare un notevole contributo, se solo iniziassero ad informarsi ed a documentarsi su questo tema, ma a tal fine, dovrebbero anche sentirsi maggiormente coinvolti dall'Ente in tutte quelle dinamiche che, anche se potrebbero ad oggi non riguardare il loro presente immediato, diventeranno senz'altro le basi su cui costruire il loro futuro.



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