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Come riformare le partite IVA e il lavoro professionale

Davide Imola, CGIL, 01/02/2010

La CGIL assieme a numerose associazioni professionali ha lanciato un appello al Governo e ai partiti politici sul tema delle partite IVA e dei professionisti. L'appello è stato pensato dopo l'avvio della riforma dell'avvocatura e delle professioni, dopo le dichiarazioni di Tiraboschi sul possibile nuovo aumento dell'aliquota della gestione separata e anche vedendo come la crisi incide sulle varie attività dei professionisti privi di tutele e ammortizzatori.

I professionisti in Italia, secondo il Censis, sono suddivisi tra il 2.006.015 iscritti agli ordini e gli oltre 3 milioni che esercitano attività professionali non regolamentate. Sono giovani avvocati o praticanti, giovani architetti, informatici, consulenti, pubblicitari, ricercatori, designer, amministratori di condominio, ma anche consulenti aziendali, formatori, traduttori, grafici, interpreti, bibliotecari, enologi, tributaristi, archeologi, redattori editoriali, restauratori, fumettisti, scrittori, attori, musicisti...

Il secondo rapporto COLAP e i dati della gestione separata INPS indicano che l'età media dei professionisti non regolamentati e di quelli iscritti alla gestione separata INPS è di circa 41 anni. La fascia di età più rappresentata è quella che va dai 35 ai 40 anni. Il 58,50% dei professionisti non regolamentati ha il Diploma di Scuola Superiore mentre il 31,80% possiede la Laurea o diploma di Laurea. Tra i laureati il titolo di studio più diffuso è quello letterario (14,47%), seguito da quello linguistico (13,21%), e da quello pedagogico (11,95%) ed economico (11,32%).

Un numero molto consistente di professionisti non regolamentati svolge il proprio lavoro come lavoratore dipendente: il 65,40% esclusivamente come lavoratore dipendente e il 18,2% come dipendete ma anche collaboratore di altre società o enti.

Il reddito medio netto mensile dei professionisti non regolamentati è di 1200 €.

Le femmine guadagnano circa 1285 € e i maschi circa 1135 €.

Con i dovuti calcoli è possibile desumere che il reddito medio dichiarato dai lavoratori professionisti non regolamentati nell'indagine Colap è del tutto simile al reddito medio annuo lordo dei professionisti registrato dalla ricerca PLUS realizzata dall'ISFOL, ovvero 22.770 €.

I professionisti sono stati tirati in ballo per diversi aspetti negli ultimi mesi ma i segnali arrivati dai provvedimenti approvati o in discussione sono negativi.

Per questo si è resa necessaria un'iniziativa che vede in campo la CGIL assieme ad organismi e associazioni che rappresentano diverse professioni e settori di lavoro ma che sono accomunati dalla necessità di politiche di sostegno e di riconoscimento professionale.

I punti principali contenuti nell'appello sono:

  1. Introduzione del sistema duale ordini/associazioni, riconoscendo alle associazioni di settore il compito della rappresentanza. Agevolare l'accesso dei giovani alle professioni con abilitazioni conseguite durante gli studi e la regolamentazione del rapporto di praticantato e tirocinio;
  2. Evitare che si acuisca l'uso improprio del lavoro autonomo e definire limiti in cui anche il lavoro autonomo e professionale deve avere sostegni sociali e contrattuali sull'esempio dello statuto del lavoro autonomo Spagnolo ( 70% del fatturato con un unico committente o che abbia caratteristiche rientranti tra i contribuenti minimi (non avere mezzi organizzati, non avere dipendenti o collaboratori, ecc.). Inoltre a prescindere dal carattere autonomo o subordinato del rapporto di lavoro vanno garantite alcune tutele sociali universali (malattia, infortunio, gravidanza, disoccupazione, formazione);
  3. Esenzione ex lege dal pagamento IRAP per tutto il lavoro professionale e intellettuale privo di caratteristiche d'impresa come indicato dall'Unione Europea e dalla Corte di Cassazione Italiana;
  4. Obbligo della forma scritta per i contratti e gli incarichi; congruità dei compensi, i cui costi non possono essere inferiori in ogni caso a quelli dei lavoratori dipendenti di pari professionalità; definizione dei tempi di pagamento; formazione continua, certificazione delle competenze acquisite sul lavoro, sostegno nell'accesso al credito;
  5. Rivedere i coefficienti previdenziali e approvare la totalizzazione completa dei contributi previdenziali versati nei vari fondi pensionistici e, in ragione della crisi economica, prendere in considerazione per le fasce più deboli iscritte alla gestione separata INPS, una dilazione dei pagamenti dei contributi dovuti.
  6. Prima di considerare altri aumenti dei contributi previdenziali nella gestione separata INPS, ulteriori a quelli definiti dal protocollo del 2007, vanno affrontati i problemi di riforma generale delle professioni e gli aspetti di debolezza e asimmetria fra le varie casse previdenziali per evitare che determinati segmenti generazionali (giovani, donne, precari) già penalizzati da forte discontinuità contributiva e dai nuovi parametri di calcolo delle pensioni, siano costretti a subire prospettive previdenziali non dignitose;
  7. Introduzione di un sistema di welfare moderno, incentrato su alcune imprescindibili tutele universali e sulle politiche attive per il lavoro a cui contribuiscano anche i professionisti (sostegno al reddito e all'occupazione, formazione continua, accesso al credito).



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