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Sgravi fiscali alle famiglie con malati psichici

Daniela Daniele, La Stampa Web, 19/10/2006

Nelle parole del ministro della Salute Livia Turco una speranza per chi vive il malessere dell’anima e per le famiglie che hanno un malato psichico, non grave. «Sto studiando facilitazioni fiscali o rimborsi per chi affronta una psicoterapia». E spesso si tratta di un percorso lungo e costoso. Ma sul tappeto un altro argomento difficile: la legge Basaglia che il centrodestra vorrebbe modificare. Il ministro la difende e annuncia, per l’anno prossimo, la Conferenza nazionale sulla salute mentale.

I familiari dei malati si sentono soli di fronte a patologie che non sanno gestire. Storace voleva cambiare la 180. Ministro, metterà mano alla legge?
«La 180 è valida a tutt'oggi. I suoi principi, basati sull’assistenza nel territorio, alternativa al manicomio e, soprattutto, sul reinserimento dei malati nella vita sociale sono ancora innovativi. Proprio il 6 settembre scorso, il Parlamento europeo ha approvato il "libro verde" sulla salute mentale che ricalca linee e indirizzi della nostra legge di 28 anni fa! Il problema sta, semmai, nella sua parziale applicazione. E' vero, molte famiglie si sentono sole. Ma la via non è certo la scorciatoia dei manicomi. Bisogna ripartire dall'impegno e dagli investimenti che sono stati interrotti o sviati. Occorre rimettere al centro la psichiatria di comunità, e non limitare gli interventi agli aspetti medici e farmacologici. Lo dobbiamo fare: l'Oms riferisce che sono almeno 10 milioni gli italiani con disturbi mentali di varia gravità».

L'assistenza pubblica si occupa, spesso in modo carente, di malati gravi. Ma per tutta quella serie di lievi patologie che potrebbero essere risolte con una buona psicoterapia, il cittadino deve ricorrere ai privati. Perché?
«Sappiamo che il 60% delle persone che si rivolge ai servizi di salute mentale soffre di disturbi emotivi comuni o comunque non appartiene all'area della gravità. Si stima, poi, che almeno il 40% delle richieste di assistenza al medico di famiglia sia di natura psicologica. Il fatto che la psicoterapia sia difficilmente accessibile alle fasce meno abbienti è vero. La psicoterapia, come l'odontoiatria, ha assunto un connotato di classe. C'è chi si può permettere un bel sorriso e chi può andare dallo psicoterapeuta a parlare dei suoi problemi, affrontando un percorso lungo e costoso. E c'è chi non può permettersi né l'una né l'altra cura. Oltre ai servizi pubblici con terapia breve o di gruppo, stiamo studiando, compatibilmente con le risorse economiche disponibili, la possibilità di rimborsi parziali o di forme di facilitazioni fiscali per le spese che i cittadini sostengono in programmi di psicoterapia. Potrebbe essere un inizio. Vedremo».

Troppi fatti di sangue hanno per protagonista un malato di mente, spesso in cura da un centro di igiene mentale...
«Gli studi statistici dicono che l'incidenza di fatti di sangue tra la popolazione sana è la stessa che si riscontra tra quella dei soggetti in cura per disturbi mentali. Non voglio con questo sottovalutare il problema. Per evitarlo nei limiti del possibile è necessario che i servizi mantengano quella continuità assistenziale prevista dall'ultimo progetto obiettivo per la salute mentale, risalente ormai a qualche anno fa. Che non è fatta solo di cure e farmaci nei momenti acuti della malattia ma, soprattutto, di costante e permanente vicinanza e sostegno alle persone malate. Si può e si deve fare. Senza tornare ai manicomi».

Si parla di prevenzione contro fumo, obesità, malattie cardiovascolari, tumori. Perché non si fa prevenzione della malattia psichica?
«Avevamo iniziato a farlo nel 2000, in occasione della prima e per ora ultima, Conferenza nazionale sulla salute mentale. Il progetto obiettivo prevedeva diverse azioni a partire dai giovani, con il coinvolgimento della scuola e delle famiglie. Qualcosa si è avviato, ma in questi cinque anni di centrodestra, a seguito della riduzione degli investimenti, i servizi hanno prioritariamente risposto ai bisogni assistenziali. La conclusione di questo cammino sarà la seconda Conferenza nazionale che si svolgerà nel 2007. In quella sede potremmo finalmente voltare pagina».



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