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Il punto sull'ENPAP: creare un sistema integrato di previdenza e assistenza
di Demetrio Houlis, pubblicato il 20/07/2007, fonte Simposio, Anno 3, Numero 2, Settembre 2007
tag: enpap, cassa assistenza, sistema integrato
Ho ricevuto un cortese invito a scrivere un articolo per Simposio e ho volentieri acconsentito anche perché da qualche tempo capita di sentire e leggere notizie sull'Enpap che potrebbero determinare qualche preoccupazione nei colleghi. A me pare che a fronte di ciò sia indispensabile evitare inutili polemiche e, invece, dare qualche notizia fondata e provare a capire a ciò che sta capitando in questo complesso settore che è la previdenza.
La notizia preliminare è che l'Enpap, nonostante un clima di instabilità politica, che purtroppo si era creato con, fra l'altro, la grave e conseguente ripercussione della vacanza del ruolo di Direttore (durata un anno e ormai positivamente conclusa), sul piano amministrativo ha mantenuto i propri standard qualitativi e, anzi, ha chiuso il Bilancio dell'anno 2006 con risultati estremamente lusinghieri, sia sul piano dei rendimenti finanziari ottenuti che del contenimento dei costi di gestione. Quindi l'Enpap è e rimane un ente sano ed efficiente.
Ma oltre a questa opportuna informazione, penso sia necessario collocare il dibattito sull'Enpap all'interno di un orizzonte più ampio, sia per dare un senso a quello di cui stiamo parlando sia per uscire da una logica, piuttosto triste, che limita il discorso ad artificiosi giochi di potere fine a se stessi.
Il tema della previdenza è al centro del dibattito politico nazionale e le pagine dei giornali sono piene di notizie, opinioni, commenti relative al come affrontare il problema di fondo: l'attuale sistema richiede risorse che non sono più disponibili.
Si pone cioè il tema delle compatibilità economiche tra entrate contributive e spesa previdenziale il cui disavanzo viene ormai ripianato dalla fiscalità generale, cioè dalle tasse che tutti, indipendentemente dalla nostra collocazione previdenziale, paghiamo.
Le cause che hanno determinato tutto ciò sono, come noto, sostanzialmente due. In primo luogo, una gestione demagogica e poco avveduta del sistema previdenziale negli anni passati che, con l'elargizione senza controlli di pensioni di anzianità e prepensionamenti, ha determinato gravi deficit di bilancio; in secondo luogo, l'innalzamento della speranza di vita media.
Questo secondo fattore, in particolare, merita la nostra attenzione in quanto, a differenza del primo che sia pure con costi elevati è destinato progressivamente ad essere riequilibrato, rappresenta un elemento strutturale che non può essere contrastato, anzi paradossalmente, va ulteriormente incrementato poiché è indice di un livello di vita sempre più elevato.
Non voglio, per motivi di spazio, dilungarmi molto sull'argomento, ma ritengo che un importante contributo alla soluzione del problema lo possa dare un mutamento dell'attuale concezione del welfare che concepisce la pensione come una sine cura, indipendentemente dalle condizioni del beneficiario. Al contrario dovrebbe recuperare il suo spirito originario e tornare ad essere, anche attraverso forti integrazioni con il sistema assistenziale, un sistema complessivo di tutela del cittadino che si trova in condizioni di difficoltà che, francamente, per tornare al tema dell'anzianità, non appaiono riscontrabili dal semplice superamento del 57° anno di età.
Certo è più facile arroccarsi su una rigida difesa di questo limite (comprensibile solo per lavori realmente usuranti), ma sarebbe sicuramente più produttivo ragionare e proporre interventi sull'organizzazione del lavoro legata anche ai diversi cicli di vita delle persone che prevedano, tra l'altro, un'uscita graduale dal mercato del lavoro. (Quanto da fare ci sarebbe per noi psicologi anche in questo campo!)
Avere chiaro questo conteso generale, sia pure così sinteticamente tracciato, ci permette di focalizzare la prospettiva del nostro Ente che presenta specifiche peculiarità, tra cui due risultano particolarmente rilevanti e cioè: 1) il fatto di essere un ente rivolto a liberi professionisti e, 2) essere destinatario, per legge, di un sistema di calcolo delle pensioni poco generoso.
Intendo dire che anche noi, in un contesto di risorse limitate e ben consapevoli del fatto che in oggi non esistono le condizioni per essere supportati dalla solidarietà generale del Paese, dobbiamo fare le nostre scelte che ci permettano di costruire un sistema integrato di previdenza e assistenza rivolto a coprire le condizioni di reale bisogno dei colleghi e, quindi, dobbiamo anche considerare la necessità di indirizzarci prioritariamente a favore di chi ha nell'Enpap l'unico strumento di tutela previdenziale.
In questo ultimo periodo abbiamo iniziato a fare delle scelte avviando un programma di interventi nel campo dell'assistenza, proprio con la finalità di creare un sistema di sostegno ai colleghi che, per varie evenienze, possano trovarsi in condizione di necessità.
A tale proposito va ricordato che la copertura contro i rischi derivanti da gravi malattie, attraverso l'assistenza sanitaria integrativa e con la creazione di forme di indennità sostitutiva, rappresenta una integrazione organica allo strumento previdenziale, come pure lo è la tutela contro gli infortuni (peraltro non tutelati dal metodo di calcolo contributivo). A queste forme assistenziali vanno poi aggiunti interventi di sostegno per anziani non autosufficienti e orfani, che hanno la finalità di intervenire in situazioni particolarmente drammatiche.
Su queste scelte, che per essere operative richiederanno alcuni mesi per ottenere le dovute approvazioni ministeriali e che saranno pubblicizzate dall'Enpap nei tempi opportuni tra gli iscritti, si sono concretizzate delle convergenze di alcune delle organizzazioni presenti negli Organi statutari dell'Ente che stanno permettendo di ritrovare una stabilità di tipo programmatico e operativo.
Convergenze quindi, finalizzate a realizzare un chiaro obiettivo che è quello di dare agli psicologi liberi professionisti un sistema efficace tutela previdenziale e assistenziale che, nei prossimi mesi, dovrà arricchirsi di ulteriori passaggi per poter essere completato.
Con ciò, vogliamo sottolinearlo, non s'intende escludere nessuno ma semplicemente richiamare la funzione istitutiva e istituzionale dell'Enpap.