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Professioni: riconoscimento nel decreto «qualifiche»

Laura Cavestri, Il Sole 24 Ore, 31/07/2007

Il visto alle associazioni tenta il percorso Ue. La protesta degli Ordini: per il Cup il tentativo del Governo è un blitz estraneo allo spirito della direttiva per facilitare la libera circolazione. Riconoscimento delle associazioni professionali con corsia preferenziale, in sella al recepimento della direttiva "Zappalà" sulle qualifiche (2005/36/Ce). Dopo anni trascorsi a tarare l'equilibrio dell'assetto duale Ordini-associazioni (non ancora riconosciute) nel quadro della riforma del settore, il riconoscimento potrebbe arrivare dal Consiglio dei ministri, con un decreto legislativo forse all'ordine del giorno già la prossima settimana. Almeno se resterà invariata la bozza di decreto legislativo per il recepimento della direttiva "Zappalà" sulle qualifiche professionali, che individua percorsi formativi e griglie per facilitare il libero esercizio delle attività professionali nel perimetro della Ue. In base al comma 3 dell'articolo 25 della bozza di decreto, all'elaborazione di "piattaforme comuni" - ovvero i percorsi per uniformare i curricula formativi - «partecipano, in caso di professione regolamentata, gli Ordini o Collegi, ovvero le associazioni di categoria rappresentative a livello nazionale. In caso di professioni non regolamentate nell'ordinamento nazionale, partecipano all'elaborazione delle piattaforme comuni le associazioni rappresentative a livello nazionale». In pratica, sia quelle che raccolgono iscritti agli Ordini (per esempio, i giuslavoristi), sia i coordinamento dei profili "senz'Albo", talvolta accusati di "sovrapporsi" all'attività degli iscritti agli Ordini stessi. Il comma 4 dell'articolo 25 prevede l'istituzione di un elenco, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per il coordinamento delle Politiche comunitarie. L'iscrizione nell'elenco è subordinata al possesso di requisiti da stabilire con decreto entro 120 giorni dall'entrata in vigore del decreto legislativo. Essenziali, un'anzianità di istituzione di almeno quattro anni, statuto e ordinameno su base democratica, periodico aggiornamento degli iscritti e delle quote versate, ampia diffusione sul territorio nazionale. Netta l'opposizione del Cup, il Coordinamento unitario delle libere professionisti ordinistiche. L'assemblea del Cup, all'unanimità, ha espresso «forte preoccupazione» per le norme che «tendono a operare un surretizio riconoscimento delle associazioni professionali» senza tenere conto «dei lavori parlamentari e dell'articolato dibattito sul tema». Il Cup propone la soppressione dei commi 3 e 4, che sanciscono il riconoscimento, limitando la possibilità di partecipare all'elaborazione delle "piattaforme comuni" ai soli profili regolamentati. «Gli emendamenti del Cup - ha detto il presidente Raffaele Sirica - si impongono ai fini del corretto recepimento della direttiva comunitaria». D'altra parte, per le associazioni rappresentative di professioni non ordinistiche - se dovesse andare in porto il decreto legislativo - si aprirebbe una corsia preferenziale attesa da anni e - secondo i vertici - la possibilità di competere alla pari rispetto ai concorrenti europei. Intanto, ieri il relatore sulla riforma delle professioni, Pierluigi Mantini, ha confermato (tra fine luglio e inizio settembre) la presentazione, in commissione Giustizia e Attività produttive della Camera, di un nuovo testo dai toni più stemperati (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri). Ma il segretario Uil, Lamberto Santini, oppone il «no allo stravolgimento del Ddl Mastella».



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